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Le preghiere francescane, tesoro inestimabile della spiritualità della Chiesa

Le preghiere più belle scritte dai santi francescani

Credits Ansa

Preghiera, momento intimo con Dio, dialogo interiore tra il nostro "io" e il volto di Dio. E' incenso che sale al Cielo, fatto di parole, di silenzio. Scavare nell'angolo - quasi nascosto - della propria anima, e metterla a nuda, alla presenza del Signore. Chiunque di noi, entrando in chiesa, non può non rimanere colpito dalla presenza di "qualcuno" in preghiera, magari davanti al Tabernacolo, o - ad esempio - davanti a un'immagine sacra. Gli occhi rivolti a quello che comunemente viene chiamato "punto fisso", e il silenzio che invade - quasi come un alone - quel "qualcuno". E' espressione del proprio Essere, davanti al mistero della Vita, e dell'Infinito, soprattutto.

I francescani, da sempre, sono stati "maestri" indiscussi dell'"arte della preghiera". Sì, perchè anche la preghiera è arte: questa, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana – svolta singolarmente o collettivamente – che porta a forme di creatività. E la creazione è vita, si sa, come la preghiera è vita di ogni cristiano. E, tante, sono state le preghiere "create" da santi francescani, che hanno trascritto - nel corso dei secoli - innumerevoli "parole" da rivolgere a Dio. Cerchiamo di scorgerne alcune, quasi in una sorta di "vademecum della preghiera".

Non potevamo non iniziare con il fondatore dell'Ordine, lui, San Francesco:"Ave, Signora, santa regina, santa genitrice di Dio, Maria che sei vergine fatta Chiesa ed eletta dal santissimo Padre celeste, che ti ha consacrata insieme col santissimo suo Figlio diletto e con lo Spirito Santo Paraclito; tu in cui fu ed è ogni pienezza di grazia e ogni bene. Ave, suo palazzo, ave, suo tabernacolo, ave, sua casa. Ave, suo vestimento, ave, sua ancella, ave, sua Madre. E saluto voi tutte, sante virtù, che per grazia e illuminazione dello Spirito Santo venite infuse nei cuori dei fedeli, perché da infedeli fedeli a Dio li rendiate". E' il saluto che il santo di Assisi rivolge alla Madre del Cielo, connotandola di "sinonimi" che rendono bene la sua immensa grandezza. E' l'innamoramento pieno fra il santo e la Vergine Maria.

Uno dei santi più conosciuti nella storia dell'Ordine è - sicuramente - il santo di Padova, Antonio. Lui, seguace di Francesco, scrisse una delle preghiere più potenti che la Chiesa possa ricordare. Parliamo del famoso esorcismo "Ecce crucem Domini". La tradizione popolare tramanda che Sant’Antonio diede una preghiera ad una povera donna che cercava aiuto contro le tentazioni del demonio. Sisto V, papa francescano, ha fatto scolpire la preghiera – detta anche motto di Sant’Antonio – alla base dell’obelisco fatto da lui erigere in Piazza San Pietro a Roma. Eccola nell’originale latino: "Ecce Crucem Domini! Fugite partes adversae! Vicit Leo de tribu Juda, Radix David! Alleluia". Questa, la versione tradotta in italiano: "Ecco la Croce del Signore! Fuggite forze nemiche! Ha vinto il Leone di Giuda, La radice di Davide! Alleluia!".

"Tu, l’Incomprensibile, che ti fai capire da tutti; tu, l’Increato, che ti sei fatto creatura; tu, l’Inconcepibile, che entri nella mente di tutti; tu l’Eterno Spirito, che ti fai toccare dalle mani degli uomini! Dio, fammi degna di gettare uno sguardo nella profondità di questo profondissimo amore che hai voluto mettere in comune con noi nella tua Incarnazione. Fammi degna, Dio increato, di conoscere il fondo del tuo amore e di comprendere la tua ineffabile carità, che hai messo in comune con noi quando in essa ci hai mostrato il tuo Figlio Gesù Cristo e il tuo Figlio ci ha rivelato te come Padre. Fammi degna, Signore, di conoscere e comprendere il tuo inestimabile amore nei nostri riguardi fammi capace di penetrare la tua inestimabile e infuocata carità, congiunta a quell’amore profondo con cui da sempre hai prescelto il genere umano a godere della tua visione. O Essere sommo, fammi degna di comprendere questo dono che supera ogni altro dono: tutti gli angeli e i santi non provano altra felicità che nel vederti, nell’amarti, nel contemplarti!". E' Sant'Angela da Foligno, mistica e terziaria francescana italiana, in una lettera tratta dal suo "Memoriale". In questo caso, tocchiamo la poesia, il misticismo della preghiera di questa santa francescana del 1200. Una preghiera che tocca il cuore, e che ci fa comprendere quanto sia importante - per ogni cristiano - chiedere a Dio i doni per il vivere cristianamente la vita. E' commovente, certo, la bellezza delle sue parole che disegnano in quel suo "Incomprensibile, che ti fai capire da tutti; tu, l’Increato, che ti sei fatto creatura; tu, l’Inconcepibile, che entri nella mente di tutti; tu l’Eterno Spirito, che ti fai toccare dalle mani degli uomini", il Volto di Dio, in maniera sublime e vera.

Chiudiamo questo exursus con un altro monumento della Spiritualità francescana. Impossibile non citarla, lei, la "pianticella" - come amava definirsi - di San Francesco, Santa Chiara di Assisi. La santa ci ha lasciato una benedizione, e ci sembra il modo più adeguato per concludere questo breve "accenno" sulle più belle preghiere scritte da santi francescani che hanno sempre colto l'importanza della preghiera nella loro vita, per procedere nel cammino della vita verso la Santità:"Nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo. Amen. Il Signore vi benedica, vi custodisca, mostri a voi la sua faccia, vi usi misericordia, rivolga a voi il suo volto e vi dia la sua pace. Io Chiara, serva di Cristo, pianticella del santo padre nostro Francesco, prego il Signore nostro Gesù Cristo per la sua misericordia, per l’intercessione della sua santissima madre Maria, del beato arcangelo Michele, di tutti i santi e le sante di Dio, perché lo stesso Padre celeste vi doni, vi confermi questa santissima benedizione in cielo e in terra. Voi siate sempre amanti di Dio e delle vostre anime, siate sempre solleciti di osservare quanto avete promesso al Signore. Il Signore sia sempre con voi, ed Egli faccia che voi siate sempre con Lui. Amen!".

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